“La scomparsa di Franco Battiato” è il titolo più banale che ci possa venire in mente. L’ho scelto proprio per evidenziarlo.
Da Treccani: scomparsa s. f. [da scomparso, part. pass. di scomparire]. – 1. a. Il fatto di scomparire, di non esserci più, di essere irreperibile, introvabile
Non è sempre così. Nel caso di Franco Battiato, e anche di molti altri, questa definizione non è appropriata. Può Franco Battiato non esserci più? Irreperibile? Introvabile? No!
Per questo motivo il titolo è inappropriato e la mia è, evidentemente, una provocazione.
Il fatto che il suo corpo non sia più tra noi mi ha fatto riflettere.
Prendo infatti spunto dalla triste notizia della sua morte per condividere un pensiero che mi accompagna in questi giorni, ma è capitato anche in passato.
Ho sempre considerato Franco Battiato un grande artista ma non ho mai veramente approfondito i suoi lavori. Tanto è lì pensavo, lo farò. È impegnativo, richiede tempo e concentrazione. Lo farò domani.
Morale: non mi sono impegnata per conoscerlo meglio ed oggi mi rimprovero di non averlo fatto. Non avrò più occasione di assistere ad un suo concerto e, perché no, di conoscerlo personalmente. Non si torna indietro. Ho perso una, o più, grandi opportunità.
Mi chiedo perché non ci buttiamo all’istante su ciò che ci piace, su ciò che ci incuriosisce, su ciò che può insegnarci qualcosa, su ciò che può farci stare bene. Perché non sappiamo quasi mai cogliere l’attimo?
Io sono una “riflessione-dipendente”, forse troppo, e, pur essendolo, mi lascio sfuggire grandi occasioni di crescita. O forse rifletto troppo poco?
È tutta una questione di priorità, certo. Ma cerchiamo di valutare sempre con attenzione chi e/o cosa detta le nostre priorità.
Ciao Franco. Nella prossima vita sarò più sveglia!